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Nuovi finanziamenti PON: Progettare per essere partecipi.

A cura di Francesco Cifarelli

Nella legge di stabilità per il 2016 (n. 208/2015) è stata prevista la definizione di un Piano nazionale di contrasto alla povertà, con il compito di individuare una progressione graduale al fine del raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale, con limiti derivanti dalla disponibilità delle risorse. Il DM del 18 maggio 2018 ha tradotto la direttiva nazionale attraverso la disposizione del primo vero documento di piano.

La creazione del Reddito di Cittadinanza ha sostituito le precedenti misure a sostegno della povertà come il REI, pur mantenendo il caposaldo del percorso di inclusione in cui i Comuni sono al centro del progetto, in quanto, attraverso i propri servizi, contattano i nuclei beneficiari del reddito non immediatamente attivabili per il percorso lavorativo per la concertazione di un progetto di inclusione socio-lavorativa.

Per il facilitare l’espletamento degli interventi riguardanti l’attuazione del Sostegno attivo all’inclusione, la Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali, con l’avvio del SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva, ovvero il precursore del Reddito di Inclusione) aveva previsto una significativa quota di finanziamenti da destinare al Programma Operativo Nazionale (PON) “Inclusione” facente parte del Fondo Sociale Europeo (FSE, 2014-2020), per favorire la presentazione di progetti da parte degli Ambiti territoriali.

Sulla base di questi finanziamenti, gli Ambiti territoriali hanno potuto accedere a finanziamenti per sviluppare interventi di inclusione sociale prima sul SIA e successivamente sul REI. L’approvazione del Piano Povertà ha fatto sì che venissero destinate ulteriori risorse del Fondo Povertà o “Quota Servizi” agli Ambiti territoriali per potenziare i livelli essenziali di assistenza (ovvero i servizi e le prestazioni sociali previste dal REI e che sono state confermate dal RdC).

Un’importante novità sul piano dei finanziamenti PON, è stata resa pubblica attraverso l’Avviso pubblico n.1/2019 PaiS. Che prevede un’ulteriore dotazione finanziaria complessiva di 250 milioni di euro a sostegno dell’Inclusione Attiva, al fine di sostenere gli interventi di inclusione attiva e di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Sarà dunque possibile ottenere nuovi finanziamenti a partire da Gennaio 2020. La scadenza entro cui presentare i progetti viene fatta presente sull’avviso 3/2016 che determina lo stato di avanzamento dei progetti finanziati e che varia, a seconda che si sia rendicontato di più o di meno sull’Avviso 3, secondo tre finestre temporali che vanno dal 20 marzo 2020 al 30 settembre 2020.

Le risorse ed i finanziamenti saranno ripartiti tra gli Ambiti territoriali secondo due criteri attraverso la piattaforma messa a disposizione del governo (SIGMA INCLUSIONE), in base al numero dei residenti locali rispetto al totale dei residenti della regione (peso 40%), e dal numero dei beneficiari del RdC sul totale dei beneficiari regionali comunicati dall’INPS con riferimento alle erogazioni del mese di maggio 2019 (peso 60%).

Le azioni ammissibili su cui presentare i progetti sono rimaste invariate rispetto all’Avviso 3/2016, ovvero incentrate sul rafforzamento dei servizi sociali (AZIONE A), sugli interventi socio-educativi e di attivazione lavorativa (AZIONE B) e sulla promozione di accordi di collaborazione in rete (AZIONE C).

In particolare: L’AZIONE A prevede potenziamenti dei servizi di segretariato sociale, dei servizi di presa in carico e degli interventi sociali rivolti alle famiglie destinatarie del SIA oltre che del rafforzamento delle infrastrutture informatiche e delle informazioni all’utenza. L’AZIONE B concerne, le pratiche per il reinserimento delle persone nel mercato del lavoro attraverso, l’attivazione di servizi socio-educativi, l’attivazione lavorativa attraverso tirocini e work-experience, servizi di orientamento, consulenza e informazione per l’accesso al mercato e la formazione per il lavoro. L’AZIONE C, invece, promuove attività per l’innovazione e l’empowerment degli operatori dei sistemi collegati al SIA (ora RdC) e azioni di networking per il sostegno all’attuazione delle azioni connesse alla misura (accesso, presa in carico, progettazione).

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