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Synergia Magazine

Immigrati e dipendenze: una mappa esplorativa per un universo in rapida evoluzione

di Daniele Cologna
Mutamento Sociale n.5 - Gennaio 2005


Il cliché di un supposto nesso 'immigrato-droghe' in Italia è vecchio quanto il fenomeno migratorio in sé, pronto a innescare nuovi timori e ansie di controllo ogni volta che si registrano impennate improvvise per specifici flussi migratori. Certo esiste fin dagli anni ottanta-novanta un coinvolgimento di immigrati nordafricani, africani subsahariani e balcanici nei bassi livelli della distribuzione di stupefacenti e in qualche caso anche ai livelli medi dell'importazione. Ma qual è l'entità reale del consumo di sostanze e della dipendenza degli immigrati, in particolare di quelli più giovani? Quali sono i gruppi nazionali, quali le sostanze coinvolte? E quali fenomeni sociali e culturali sottende? È parte di un processo di adattamento al contesto di immigrazione o è piuttosto indice di forme più o meno manifeste e cogenti di esclusione sociale?

Alla carenza di ricerche empiriche su questo tema in Italia corrisponde un vasto ed eterogeneo insieme di esperienze di intervento sul campo da parte di associazioni del privato sociale e di altri enti locali, che seppure raramente si rivolgono in modo specifico a soggetti immigrati, di fatto entrano spesso in contatto con tale utenza.
Il fatto che negli ultimi cinque anni la complessità demografica e sociale delle principali popolazioni immigrate sia aumentata, sia in virtù della crescente incidenza dei ricongiungimenti familiari, che hanno riequilibrato il bilancio di genere e incrementato vistosamente la componente minorile, sia in ragione della sempre maggiore diversificazione delle strategie d'inserimento socio-economico, ha avuto ripercussioni anche sui modelli prevalenti di consumo di sostanze all'interno dei diversi gruppi nazionali.
Un approccio in grado di coniugare efficacemente ricerca e intervento si rende dunque più che mai necessario per un valido riorientamento delle politiche di prevenzione e di contrasto delle dipendenze.

Come si è detto, fatto salvo per una trattazione della materia più sotto il segno della cronaca nera che dell'autentica analisi del fenomeno, il rapporto degli immigrati con alcol, tabacco e stupefacenti è straordinariamente poco studiato in Italia. Ma un primo abbozzo di mappatura delle caratteristiche che tale rapporto può assumere evidenzia come esso si biforchi in opzioni comportamentali e profili fenomenologici assai diversi a partire dalle due seguenti dinamiche generali di rapporto con le sostanze:

a) il consumo di sostanze è parte della quotidianità del migrante prima di lasciare il paese d'origine:
- si intensifica nel contesto di immigrazione, configurandosi come dipendenza vera e propria: es. hashish per gli i giovani immigrati magrebini originari delle grandi città;
- si arresta/si attenua nel contesto di immigrazione: es. consumo di qat da parte degli immigrati eritrei e somali;
b) il consumo di sostanze è appreso o significativamente trasformato nel contesto di immigrazione:
- processo di integrazione nella società locale: es. consumo moderato di alcolici da parte di musulmani;
- forma di integrazione 'verso il basso' (downward assimilation): es. consumo di droghe sintetiche, coca e derivati della cannabis per inserirsi nel gruppo dei pari (misto/a prevalenza autoctona) da parte di giovani immigrati cresciuti ed educati in Italia per buona parte dell'adolescenza;
- sfogo/reazione a condizioni di frustrazione/alienazione/disagio, ovvero deriva del consumo di alcolici verso l'alcolismo, dell'uso saltuario di altre sostanze verso forme di abuso e di dipendenza: es. consumo ricreativo-sociale di alcolici da parte di immigrati di provenienza latinoamericana-andina mutato in alcolismo cronico;

Lo studio dei modelli di consumo e dell'incidenza delle dipendenze nelle popolazioni immigrate può svilupparsi a partire da questa griglia interpretativa di riferimento, ma deve necessariamente potersi basare su ricerche empiriche dettagliate sulle quali costruire nuovi paradigmi teorici d'interpretazione e di intervento.

Strategie di informazione, prevenzione, educazione al consumo responsabile e alla salute possono essere sviluppate coinvolgendo attivamente soggetti competenti in grado, da un lato, di elaborare analisi approfondite delle specifiche manifestazioni che il consumo di sostanze assume all'interno di un dato fenomeno migratorio e, dall'altro, di operatori sociali (pubblici o del terzo settore) esperti nello sviluppo di interventi sul campo. Se tale sinergia arriva a comprendere - in qualità di operatori e partner di progetto - soggetti appartenenti alle popolazioni con cui si lavora, le chance di riuscita del progetto aumentano.

Numerose ricerche testimoniano la perdurante prevalenza dell'utilizzo da parte degli immigrati presenti in Italia di canali informali o 'etnici' per l'orientamento dei propri percorsi di inserimento e di coping con la complessità del contesto sociale, economico e amministrativo locale: è evidente dunque che progetti in grado di legare armoniosamente la dimensione 'etnica', quella 'esperta' e quella istituzionale si dotano di strumenti più efficaci per pervenire a una più chiara definizione del problema e a una migliore strategia d'intervento.

Synergia ha avviato da pochi mesi una promettente collaborazione con l'associazione di promozione delle condizioni socio-culturali degli immigrati ecuadoriani Mitad del Mundo, il Consolato Generale dell'Ecuador e l'Ufficio Stranieri del Comune di Milano, con l'obiettivo di sviluppare interventi di prevenzione, educazione alla salute e promozione dell'integrazione sociale nei luoghi deputati della socialità ecuadoriana a Milano: i parchi cittadini. Nel corso di tale progetto si intende sperimentare appieno la formula di ricerca-intervento proposta in queste righe, allo scopo di raffinare una strategia d'azione che si auspica possa trovare ampia diffusione.

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