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Synergia Magazine

Centri estivi: il manuale della ripartenza

di Cristina Rubis Passoni
Dal 15 giugno c'è stato il via libera alla riapertura dei centri estivi, i quali dovranno seguire delle linee guida, che ogni regione dovrebbe aver apportato, riguardanti la sicurezza e il distanziamento sociale. Sia le differenti linee guida regionali che le linee guida nazionali impongono il distanziamento sociale, la creazione di piccoli gruppi di utenti, l’utilizzo di dispositivi protettivi come mascherine e occhiali in plastica bianchi per gli operatori, pulizia profonda e sanificazione delle aree (soprattutto bagni e aree gioco), entrate a scaglioni, misurazione della temperatura all’ingresso e lavaggio frequente di mani.

Numerose sono, tuttavia, le complicazioni. In primis, non si può trascurare il costo degli ausili di protezione che i volontari e gli educatori dei centri dovranno utilizzare. Non è specificato, infatti, a carico di chi saranno questi costi: alcune ipotesi considerano un aumento per le rette d’iscrizione per far fronte all’esigenza di coprire le maggiori spese. 
Inoltre, non è possibile trascurare i criteri e le modalità di accesso (non solo, dunque, problemi legati al costo, ma anche legati alla capacità; ad esempio, in alcuni Comuni hanno ipotizzato di garantire priorità di accesso ai figli di genitori lavoratori). Non è chiaro, inoltre, quanti genitori saranno intenzionati ad affidare i propri figli agli educatori dei centri estivi, dati i problemi legati al contagio e all’andamento della curva epidemiologica, che in alcune aree desta ancora evidenti preoccupazioni. 
 
Al momento è difficile dare risposte ad alcune domande, ma per fornire un progetto di sicurezza per i centri estivi è possibile osservare le linee guida anti-contagio approvate dal Comitato tecnico scientifico. È possibile che numerose famiglie faranno ancora ricorso ad altre forme di aiuti, come il congedo parentale, l’affidamento dei minori ai parenti più prossimi, il ricorso allo smart working (efficace solo in caso di bambini autosufficienti), il ricorso al baby-sitting

Si punta dunque a incentivare le attività all’aperto, cercando di eliminare il contatto fisico tra persone, organizzando giochi e attività a squadre e dividendo i bambini in gruppi  (massimo 5 componenti per i bambini della scuola dell'infanzia, massimo 10 per i bambini e i ragazzi in età scolare) con un educatore di riferimento per gruppo. Inoltre viene vietato in maniera assoluta il materiale portato da casa, come giochi o merende. 
Per quanto riguarda i pasti, sarà importante il mantenimento della distanza sociale, nonché l’utilizzo del materiale monouso (e biodegradabile). 

Sul tema della sicurezza, possiamo sottolineare l’importanza di seguire le linee guida regionali riguardanti il covid-19. La struttura dovrà essere conforme alla normativa di sicurezza, garantendo aree di gioco ben illuminate e arieggiate, aree ristoro e servizi igienici ben puliti e sanificati. Tale stato delle cose, purtroppo, non è così semplice da garantire. Sarà inoltre importante nominare un gestore dell’organizzazione della sicurezza, oltre che incentivare e promuovere la formazione ai volontari e coinvolgere sia il medico competente sia i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Per la programmazione e l’organizzazione delle attività all’interno dei centri estivi, sono ribadite alcune regole fondamentali da far sempre rispettare all’interno delle aree dedicate al servizio: 
- lavarsi frequentemente e minuziosamente le mani;  
- non tossire o starnutire senza protezione; 
- mantenere il distanziamento fisico di almeno un metro dalle altre persone; 
- non toccarsi il viso con le mani.  
 
La ripartenza dei centri estivi viene scaglionata in base alle regioni: i primi a riaprire sono stati Veneto e Liguria, il 1° giugno, mentre in Emilia Romagna le attività sono partite l’8 giugno; per tutte le altre regioni è stato previsto un avvio entro e non oltre il giorno 18 giugno .
Le particolarità e le caratteristiche strutturali, come ad esempio aule o spazi al chiuso troppo piccoli o poco arieggiati, rendono comunque difficile l’applicazione di questa normativa all’interno di alcune unità di offerta. Sarà dunque necessario un lavoro specifico da parte di ogni Comune interessato e di ogni gestore del servizio, con la collaborazione di soggetti competenti, tra i quali il medico di competenza, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e il gestore del servizio.
Al di là dei problemi strutturali, una delle più grandi difficoltà sarà legata all’applicazione delle linee guida sul distanziamento sociale da parte degli operatori impiegati nei centri estivi, considerando quanto il contatto fisico e la socialità di gruppo siano importanti sia per gli utenti più piccoli sia per quelli già scolarizzati.

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