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Un primo approccio al Gestionale dei Patti per l’Inclusione.

Quali novità e quali funzioni per gli operatori dei Comuni?
Arrivano finalmente importanti aggiornamenti a riguardo della Piattaforma RdC, in particolare per quanto riguarda l’attivazione e gestione dei Patti per l’inclusione sociale, dal momento che finalmente abbiamo una bozza di Decreto attuativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e un allegato che riguarda e regola il funzionamento della piattaforma stessa - denominata “GePI” (Gestionale dei Patti per l’Inclusione). 

Facciamo un passo alla volta. Andiamo innanzitutto a capire quali saranno le informazioni che transiteranno per il sistema informativo. L’articolo 3 del Decreto fornisce i dettagli riguardo il pacchetto di dati che dovrà essere messo a disposizione da INPS (comma 1, lettere a e b) e ANPAL (comma 1, lettera c). A questo punto, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali avrà a disposizione le risorse per creare e definire un elenco particolareggiato dei beneficiari RdC, suddividendoli tra chi dovrà essere indirizzato ai Centri per l’Impiego e chi ai Comuni. Proseguiamo approfondendo proprio il caso dei Comuni e degli Ambiti, a cui compete il coordinamento, al fine di capire in che modo saranno abilitati, dal punto di vista informativo ad operare.
Tutte le informazioni trasmesse dall’INPS, relativamente ai nuclei familiari che devono essere presi in carico dai Servizi dei Comuni, confluiranno nel portale GePI, che sarà diviso in tre parti: Sistema gestionale dei Patti per l’inclusione sociale; Controlli anagrafici; Progetti utili alla collettività.

Ci focalizziamo sulla prima, vista l’urgenza di cominciare il lavoro di definizione, sviluppo e monitoraggio dei Patti per l’inclusione sociale, a livello territoriale. I soggetti che già dovrebbero essere accreditati per accedere a GePI sono gli Amministratori di Ambito, che potranno attraverso la piattaforma usufruire delle seguenti funzionalità: Ricerca Utenti, Nuovo Utente, Blocco/Sblocco Utente, Modifica Anagrafica, Assegnazione Fondi, Assegnazione Ruoli, Assegnazione Comune, Caricamento Massivo Utenti. Questi, sempre a livello di ambito, dovranno registrare gli utenti con il ruolo di Coordinatori; il Coordinatore ha una funzione centrale nell’avvio del sistema di gestione dei Patti: deve “smistare” e assegnare i casi di utenza del Reddito di Cittadinanza ai Case Manager – che opereranno a livello comunale. Il Coordinatore, nell’adempimento delle sue funzioni, avrà accesso tramite piattaforma a un numero di informazioni limitate e generali (per esempio il Comune di residenza), che gli permetteranno di affidare il caso al Case Manager di competenza. Sarà quest’ultima figura ad avere accesso ai dettagli del caso e a visualizzare le informazioni necessarie a procedere alla convocazione dei beneficiari, alla loro valutazione (attraverso l’analisi preliminare e il quadro di analisi approfondito) e alla progettazione e monitoraggio del Patto per l’inclusione sociale. Nel corso di queste fasi, il Case manager rappresenta l’unica figura che può – e deve – accedere alle informazioni specifiche, modificare i casi e aggiornare la piattaforma GePI sull’avanzamento dei progetti individuali.
Nello specifico, infatti, i Comuni, attraverso gli operatori dei servizi comunali competenti accreditati dagli Amministratori di Ambito, sono individuati dal Decreto come responsabili di diversi adempimenti informativi, da completare entro tempistiche precise: entro cinque giorni, deve essere comunicata l’avvenuta o la mancata sottoscrizione del Patto per l’inclusione sociale; devono inoltre essere caricati sulla piattaforma i risultati dell’utilizzo degli strumenti per la valutazione e la progettazione; infine, entro dieci giorni lavorativi dall’accertamento di un fatto suscettibile di dar luogo alle sanzioni previste dalla misura RdC (d.l. 4/2019), gli operatori devono fornire le informazioni riguardo all’evento. Il caricamento su piattaforma di questi aggiornamenti è cruciale, poiché le notifiche saranno trasmesse direttamente all’INPS ai fini dell’applicazione, a seconda dei casi, di sanzioni, sospensione, revoca o decadenza del beneficio.

Passiamo ora alla seconda sezione di GePI, quella dedicata ai controlli anagrafici. I Comuni infatti, tramite l’ufficio anagrafe, devono procedere a una serie di verifiche relativamente ai casi di loro competenza, sui quali dispongono di tutte le informazioni caricate dall’INPS, e aggiornare la piattaforma. GePI, a questo punto, porterà all’attenzione dell’INPS solo i dettagli delle domande che non hanno passato uno o più dei seguenti check svolti dal Comune (o dai Comuni, nel caso di cambio di residenza del nucleo beneficiario): criteri di cittadinanza, criteri di residenza in Italia negli ultimi 10 anni, criteri di residenza continuativa negli ultimi due anni e composizione del nucleo familiare. In ragione del carico importante di lavoro che deriva da queste responsabilità, l’ANCI ha ottenuto in Conferenza Unificata e in Conferenza Stato-Città l’attuazione di alcuni provvedimenti, al fine di agevolare i Comuni. In particolare, si potrà definire a livello comunale un Piano di verifiche sulla composizione del nucleo familiare, secondo modalità da concertare tra Ufficio Anagrafe e Servizi sociali; un’altra novità importante è rappresentata dal fatto che sarà sviluppato un sistema di interoperabilità della piattaforma GePI con l’Anagrafe nazionale, per cui saranno esonerati dagli oneri di verifica dei requisiti i Comuni che abbiano già alimentato l’ANPR.
Un ultimo aggiornamento riguarda di nuovo l’intervento dell’ANCI, che ha ottenuto l’impegno alla realizzazione di modalità di “interoperabilità tra la piattaforma nazionale e i sistemi informativi sociali dei Comuni/Ambiti di maggiori dimensioni”, al fine di far comunicare e cooperare la piattaforma GePI con i gestionali già presenti e aggiornati.

Per quanto riguarda invece i dettagli sulla terza parte della piattaforma, che includerà le informazioni sui progetti utili alla collettività attivati dai Comuni, si sta ancora attendendo il Decreto Ministeriale attuativo.

In conclusione, il lavoro quotidiano degli operatori comunali nei prossimi mesi dovrà essere aggiornato rispetto all’introduzione di questo nuovo sistema informativo. È fondamentale che vi sia una forte collaborazione a livello territoriale e che dall’Ambito discenda una chiara definizione delle utenze – e quindi dei ruoli – abilitate alla piattaforma. Una volta specificate le competenze, l’interazione con GePI dovrebbe rappresentare, finalmente, un importante e vantaggioso supporto di lavoro.

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