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Il contributo delle survey nei Sistemi informativi sociali

di Emilio Gregori
Mutamento Sociale n.13 - Gennaio 2007

Un Sistema informativo sociale maturo deve mettere in grado la struttura tecnico-politica di elaborare e ri-elaborare continuamente gli obiettivi stessi del sistema d’azione in relazione alla rapida evoluzione dei bisogni sociali, evoluzione che può essere colta solo impostando in modo sistematico e finalizzato l’osservazione dei principali fenomeni sociali in mutamento.
Il lungo ponte che conduce dall’insorgenza dei bisogni alla fruizione di risposte offerta dai servizi va “illuminato” per intero. In questo contesto è alla ricerca sociale empirica (sociologica, psicosociale, demografica, socioeconomica, antropologica)  che viene affidato un compito strategico di fondamentale importanza: conoscere la qualità e il volume della “domanda sociale”, interpretarla in chiave scientifica, misurarla in tutte le sue valenze e proporre possibili soluzioni di risposta interpretativa. L’obiettivo deve essere quello di disporre di informazioni adeguate non solo sui bisogni sociali espressi, ma anche sulla domanda latente inespressa. Il Sistema informativo sociale deve fare piena luce sull’intero percorso di insorgenza e soddisfacimento dei bisogni sociali, per illuminare interamente quel ponte.

I risultati degli interventi di ricerca sociale applicata vanno dunque organizzati per andare ad integrarsi ai flussi periodici informatizzati sull’offerta di servizi e prestazioni. Pur costituendo tali flussi il nucleo portante e prioritariamente da attivare, un Sistema informativo in generale, ed in particolare un Sistema informativo sociale, mostra infatti rapidamente i suoi limiti se non viene pensato come architettura intrinsecamente limitata dal fatto essenziale del cambiamento.

Integrata in un Sistema informativo sociale, la ricerca applicata, è finalizzata alla precisa intenzione di utilizzarne i risultati per far fronte a problemi specifici di questa natura: la produzione della conoscenza sulla domanda sociale non è una mera esigenza conoscitiva fine a se stessa, valida solo per addetti ai lavori, ma, a differenza di quanto avviene nella ricerca “pura” (o di “base” o “fondamentale”)  subordinata alla risoluzione (o conoscenza, o comprensione) di problemi sociali di interesse immediato.

È quasi superfluo notare che non si sta affatto richiamando qui la prassi purtroppo diffusa di effettuare delle ricerche sporadiche sconnesse da un logica, appunto, di sistema. Al contrario, per i motivi sopra richiamati, occorre integrare in un Sistema informativo sociale una dimensione di ricerca sociale “dinamica”, (cioè continuamente ripetuta, a scadenze solitamente prefissate, sistematizzata e sistemica), mirata all’analisi dei bisogni sociali sui più significativi gruppi target di popolazione (famiglia, anziani, immigrati), nonché sui più cruciali processi sociali, tramite analisi secondarie di dati desk, indagini survey, indagini qualitative, indagini panel, ecc.
In particolare, pur sapendo che le Survey non esauriscono affatto le esigenze conoscitive e che altri strumenti e metodologie danno apporti altrettanto importanti, l’approccio basato su indagini campionarie a carattere esplorativo quali le social survey, costituisce una delle fondamenta della scienza sociale “utile” sia per la conoscenza sia per l’azione dei policy-maker. Possiamo appunto sommariamente definire una social survey come un’indagine campionaria condotta (generalmente) a mezzo di intervista strutturata face to face, finalizzata non tanto e non solo a rilevare opinioni o atteggiamenti o “alla pura descrizione delle percentuali di soggetti che presentano date caratteristiche, ma [che] costituisce piuttosto uno strumento efficace per stabilire l’esistenza di relazioni causali”* nel tessuto sociale.

Trattandosi di una ricerca sociologica empirica impostata secondo standard metodologici rigorosi e volta a fornire un vasto patrimonio conoscitivo, una social survey costituisce uno strumento analitico connotato da un consistente grado di oggettività scientifica e quindi di effettivo e diretto supporto al decision making “consapevole” anche relativamente a fenomeni sociali complessi.
Pertanto, all’interno di un apparato di Sistema informativo sociale, organico e finalizzato al soddisfacimento di mirati fabbisogni conoscitivi di programmazione e gestione degli interventi e delle prestazioni sociali, gli apporti più significativi di una ricerca sociologica così complessa come una social survey sono quelli di:
a) aiutare a identificare obiettivi possibili di intervento nel comparto del welfare;
b) aiutare ad identificare i vincoli di vario tipo presenti nel tessuto sociale, culturale, economico;
c) fornire una base informativa sui comportamenti effettivi della popolazione di grande ricchezza che aiuta a contrastare e ad abbandonare stereotipi, ad accettare difformità, ad identificare opzioni possibili di lavoro culturale ed organizzativo, “influenzando” positivamente una vasta platea di soggetti di riferimento (amministratori, operatori, studiosi, ecc.).

Nel contesto italiano, sul fronte dei bisogni e della domanda sociale, occorre ancora promuovere e sviluppare indagini campionarie che consentano una completa realizzazione dei propri fabbisogni conoscitivi, anche per la parte non coperta dalle statistiche ufficiali. Si tratta di un’impostazione destinata inevitabilmente ad affermarsi nel medio-lungo periodo, che necessita di particolari attenzioni, cautele, aggiustamenti e (ri-)orientamenti metodologici che solo una ricerca sociologica impostata secondo un modello di survey, integrata in un Sistema informativo sociale, riesce a garantire. Ciò anche alla luce del trade-off esistente tra due aspetti: da un lato la necessità di constestualizzare la conoscenza alla specificità del contesto territoriale locale, dall’altro la necessità di disporre di risultati affidabilmente comparabili con le altre specificità territoriali nel contesto nazionale ed internazionale, che permettano cioè di confrontare realtà diverse nel tempo e nello spazio.
Questo ultimo aspetto è particolarmente rilevante nell’analisi del fenomeno migratorio e del suo processo di stabilizzazione sul territorio, che necessita, per essere compreso, di una prospettiva multidimensionale e un di approccio al di vita orientato a misurare la dinamica delle biografie degli immigrati e del loro progetto migratorio. Dunque attraverso una survey generale sulla popolazione straniera residente, condotta secondo adeguati standard metodologici e con il necessario rigore scientifico, vi è la possibilità di contestualizzare la conoscenza analitica del fenomeno migratorio in molti suoi aspetti cruciali con un'attenzione alla specificità sociale, culturale ed economica del contesto territoriale, evidenziando anche le definizioni “locali” di "immigrato", così come si radicano in quel determinato contesto: tutto ciò è alla base del superamento di un orientamento “emergenzialista” al tema dell’immigrazione.

* Phillips B.S., (1972), Metodologia della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna.

 

 

 

 

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